L'approccio terapeutico che utilizzo è quello sistemico-relazionale e familiare, secondo il quale il disagio psicologico si inserisce all'interno del sistema delle relazioni della persona, come la famiglia, la scuola, la rete amicale, il lavoro, ecc.
In quest'ottica assume particolare rilevanza la fase del ciclo di vita che si sta attraversando, con le relative criticità d'affrontare (es. matrimonio, separazione dal partner, nascita di un figlio, licenziamento, nuovo impiego lavorativo...); infatti, anche cambiamenti positivi o comunque ricercati dall'individuo possono alterare l'equilibrio personale e relazionale. A partire dall'analisi di questo si può improntare un lavoro che renda i ruoli che ciascuno andrà a svolgere più funzionali e meno rigidi.
L'obiettivo che si pone pertanto la psicoterapia sistemico–relazionale è quello di introdurre una nuova organizzazione al sistema, che riporti equilibrio e ristabilisca ruoli e confini in modo da indurre più consapevolezza nei diversi aspetti della vita della persona.
L'attenzione del terapeuta è sul "qui e ora", privilegiando cioè il lavoro sulle difficoltà presenti al momento della domanda di aiuto, in maniera molto pratica. L'intento è quello di combattere la passività, facendo in modo che l'individuo si senta responsabile della propria vita; per fare questo si aiuta la persona a trovare le strategie più adeguate al proprio sè per raggiungere gli obiettivi, affinchè si possano aprire nuove strade mai percorse o mai pensate, scardinare routine e abitudini non funzionali, dare vita a nuove possibilità e dare un respiro nuovo alla propria esistenza.
Lo psicologo aiuta a trovare un altro modo per narrare la propria storia, passata e presente, in modo che faccia meno male e che sia più accettabile, per proseguire oltre nella vita.
L'impostazione metodologica della terapia sistemico relazionale e familiare permette di creare una situazione terapeutica non rigida per quanto riguarda la cadenza degli incontri e la durata dell'intero processo. Questa inoltre, a seconda del o dei problemi portati, consente di vedere i membri del sistema famiglia anche in modo alternato nel tempo, lavorando magari per un certo periodo con i genitori e poi con i figli, per poi rivederli tutti assieme.