Quando penso alla comunicazione mi viene in mente un libro che è stato molto importante e decisivo durante la mia formazione, il quale riporta, tra i vari spunti teorici, il seguente assioma "Non si può non comunicare" ("Pragmatica della Comunicazione Umana", Watzlawick, Beavin, Jackson – 1971). Queste poche parole fanno riflettere moltissimo a mio parere. La comunicazione non è fatta solamente di parole, ma anche di non parole, non detti, linguaggio del corpo; l'essere umano comunica sempre qualcosa all'altro, anche quando non vuole: il silenzio, cioè l'assenza di parola, è un chiaro messaggio se ci pensiamo bene!
La comunicazione è alla base delle nostre interazioni e relazioni e talvolta possono esservi delle difficoltà sotto questi punti di vista, che se notate, possono essere "corrette" con il risultato di un miglioramento del rapporto con gli altri. Infatti, talvolta, tendiamo a parlare "troppo" ma senza dire veramente quello che pensiamo, oppure speriamo che l'altro ci arrivi da solo, non definendo pertanto le situazioni e i ruoli; altre volte invece può esserci di aggressività verbale, per cui si arriva ad alti livelli di tensione che non permettono un reale scambio tra le parti.
Le difficoltà comunicative possono presentarsi in qualsiasi ambito, dalla relazione genitore-figlio al posto di lavoro. In tutti questi casi bisogna effettuare un'accurata disamina di cosa accade a livello verbale e non, comportamentale, emotivo, motivazionale... per scardinare tutti quei meccanismi che tendono a ripetersi in maniera rigida e che tendono a portare sempre nella stessa direzione di non direzione, con tutte le frustrazioni del caso.